Spettacolo sotto il diluvio al trofeo Rancilio
Sono 163 gli atleti che scattano alle ore 11,30 dagli stabilimenti Rancilio di Parabiago, sotto una pioggia battente che accompagna una giornata molto fredda.
Il via, come da tradizione e' dato da Maria Grazia, moglie di Antonietto a cui e' intitolata la manifestazione, insieme ai figli Giorgio e Roberto, che ogni anno rinnovano il ricordo dell'imprenditore che ha reso importante l'azienda produttrice di macchine per caffe'.
Come era nelle aspettative, partenza a ritmo altissimo, intorno ai 50 km/h, agevolato dal nuovo tracciato completamente extra urbano e che rimane all'esterno dell'abitato di Parabiago; pioggia insistente e freddo mietono fino dai primi km le prime vittime con il gruppo, quasi sempre in fila indiana sotto l'esperto controllo dei team Colpack, Team Idea e Viris, le piu' accreditate in caso di arrivo in volata.
All'inizio del 4° giro, al km 25, pochi metri prima del passaggio sotto l'arrivo, e' da registrare una caduta che coinvolge una 20ina di atleti, che costringe al ritiro diversi corridori, principalmente per danni alle biciclette.
La gara di svolge ad un ritmo costante con alcuni sussulti di lieve entita' proprio per il freddo insistente che induce la Direzione Gara, affidata a Giuseppe Rivolta e Graziano Porta, a ridurre la distanza prevista proprio per salvaguardare la sicurezza degli atleti, portandola a 140 km rispetto ai 160 previsti.
A 20 km dall'arrivo l'episodio piu' significativo. Evadono dal gruppo in 7 che acquisiscono un vantaggio crescente che tocca i 45", con il gruppo apparentemente passivo; solo apparenza perche' gradualmente il vantaggio viene man mano rosicchiato sotto il forcing del Team Idea, intenzionato a non lasciarsi sfuggire di mano il traguardo finale.
Inseguimento che riesce positivamente solo sotto il triangolo rosso dell'ultimo km, quando pero' lo sforzo segna i muscoli dei ragazzi guidati a Marco Cannone che non riescono piu' a controllare la situazione, che viene presa in mano dalla Colpack, pronta a pilotare Ruffoni.
Si scatena quindi il treno nero-bianco, come d'abitudine con Marcelli in pole position a pilotare Ruffoni; cosi' magistrale risulta il lavoro prodotto da Marcelli che Ruffoni anziche' allungare protegge il compagno e a 50 metri dall'arrivo alza le mani cercando l'applauso del pubblico e lascia vincere il suo compagno di team.
"Chapeaux" quindi per un atleta come Ruffoni che sa essere campione ma anche gentiluomo e che con questo gesto ha fatto riemergere i valori umani che nello sport non andrebbero mai dimenticati.
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